IL CASTELLO DUCALE

L'antica fortezza è un edificio a pianta regolare quadrangolare con quattro torri posti agli angoli.

La muratura è realizzata in pietrame squadrato su una sola faccia, impilata, con blocchi di arenaria compatta ben squadrata agli angoli. Gli spessori delle mura variano da circa m. 1,80 a m. 0,80 .

La torre di avvistamento, la più antica, più grande ed alta delle altre tre, rappresenta una tipica torre Normanna del XII sec, fino al 1943 era sormontata da merli irregolari, a testimonianza della sua funzione difensiva. La torre è detta dell'"ulivo", ed è formata da tre livelli. Il piano terra era destinato a deposito per viveri era accessibile solo attraverso una botola ubicata al primo piano. L'accesso alla torre al primo piano era possibile solo attraverso una scala a levatura che si andava a chiudere in caso di attacco. L'accesso al piano superiore ed al piano esterno di avvistamento era possibile solo attraverso una stretta scala a chiocciola in pietra che salendo gira a destra, l'accorgimento, utilizzato nelle costruzioni strettamente militari, avvantaggiava i soldati posti a difesa, in quanto, chi attaccava era costretto a portare le armi con la mano sinistra. 

Nel 1279." si fa riferimento a Crecchio e al suo castello nella "Rassegna dei feudatari d'Abruzzo" ordinata da Carlo I d'Angiò, a quell'epoca il feudo di Crecchio era sotto la giurisdizione di Guglielmo Morello, che risedeva a Crecchio nel Castello. L'intero feudo formava un sistema difensivo perpendicolare alla costa adriatica, con una postazione di avvistamento sul mare necessario a causa delle frequenti scorrerie piratesche. Nei secoli la torre rappresentò il simbolo del potere feudale. Le altre torri, costruite successivamente nel XIII e XIV secolo, conservano ancora oggi finestrelle tipicamente romaniche e presentano delle finestre che oggi si affacciano su ambienti interni del castello. Il piano terra del castello è costituito da stanze con volte a botte, tipicamente romaniche, con grossi muri esterni atti a reggere la spinta e con volte alleggerite. Negli anni 1352-1367 subì saccheggi e devastazioni ad opera del conte Lando; nel 1406 fu devoluta alla comunità di Lanciano, dopo essere appartenuta agli Orsini.Nel 1636 fu ceduto ad Andrea Brancaccio di Napoli.

Il castello, pervenuto alla famiglia De Riseis, venne poi trasformato in residenza. Nel 1789 fu ampliato il porticato a piano terra con l'aggiunta dell'ala orientale. In segno di riconciliazione con la popolazione locale sulla sommità della torre fu piantato un ulivo dando così alla struttura il suo suggestivo nome e arricchirono il castello di uno splendito parco, con tipica vegetazione mediterranea ed un'estensione di sei ettari, i suoi viali erano adornati da busti e statue in marmo bianco cristallino.

La torre Sud-orientale in stile gotico è stata restaurata nel 1904 in seguito ai danni provocati dal terremoto del 1881. In quell'occasione fu aggiunto anche il loggiato a sud su due grossi archi che si ispirano a quelli già esistente sul lato orientale. Con i bombardamenti del 1943 la torre è stata nuovamente gravemente danneggiata, ma nonostante i danni subiti nei secoli ha conservato ancora la base, buona parte della struttura ed una feritoia in pietra risalenti al medioevo. Negli anni settanta il Castello è stato ristrutturato ed oggi è sede del Museo dell'Abruzzo Bizantino ed altomedievale.