LA NOSTRA STORIA

Da un'iniziativa del Ministero per i Beni e le Attività Culturali: “a tavola coni popoli antichi”, l'intuizione dell'Archeoclub d'Italia-Sede di Crecchio (che dal 1993 gestisce il Museo dell'Abruzzo Bizantino ed  Altomedievale allestito nelle sale del Castello Ducale) unita all'operosità ed allo sforzo corale delle associazioni che colorano questo comune, ogni anno, ormai da quindici edizioni, dà vita ad un evento che accoglie circa venticinquemila visitatori durante le tre serate in cui si svolge la manifestazione.  “A cena con i Bizantini”: Dall'imbrunire a tarda ora... un viaggio nella memoria della nostra terra, ripercorso attraverso incontri culturali a tema, visite guidate in costume al museo, ricostruzioni della società bizantina, percorsi enogastronomici itineranti per le vie dell'antico borgo.

Dalle prime luci dell'alba, una comunità operosa, dopo essersi preparata per mesi, si mette all'opera per aprire il sipario al calar del sole, quando si accendono le torce, il borgo si popola di soldati, matrone, cortigiani, eunuchi e i profumi  accendono i sensi nel centro storico ove si ode il rullare  dei tamburi, le grida di battaglia dei soldati, il suono delle tube annuncia un lungo corteo trionfale  celebrante le gesta del comes Vitaliano,  conquistatore di  Aternum (Pescara) e liberatore dai longobardi.

Il museo si conferma fonte  e  risorsa culturale di questa splendida cittadina.

Se a Ravenna è possibile ammirare, nella magnificenza delle basiliche, l'abbagliante splendore  dell'Impero Romano  d'Oriente, a Crecchio, il rinvenimento di reperti coevi del VI - VII d. C., all'interno di  una cisterna romana trasformata in immondezzaio, costituisce il passaporto per un'epoca di barbarico splendore, testimone dell'ultimo atto della presenza bizantina sulla costa abruzzese.

Una collezione di reperti unica che ha restituito un affresco a tinte forti di un'epoca densa di sconvolgimenti politici, invasioni, guerre, ma anche ricca di contaminazioni tra oriente ed occidente, di scambi commerciali tra Africa e costa adriatica.

Un sogno di “renovatio imperii” che illuminò il mediterraneo, ormai rilegato nei libri di storia, oggi rivive nelle vetrine, dove sono esposti reperti ed alcuni esempi   della cultura materiale degli eserciti di un' epoca in cui la nostra regione è stata contesa tra Ostrogoti, Bizantini e Longobardi.

Dalle necropoli del' Abcazia (Caucaso) alle torbiere di Tosberg (Danimarca), fino a raggiungere le sepolture di Antinopolis ed Akimpanopolis nell'arido Egitto, ai laboratori delle sarte, nelle fucine dei fabbri per restituire lo splendore di abiti, armi, corazze e stendardi di un esercito, che marciò alle verdi colline d'Italia dagli assolati deserti africani, riportando la  la clessidra indietro nel tempo in un'atmosfera da sogno in cui mito e storia si intrecciano.

Le ricostruzioni sono state realizzate dai volontari dell'Archeoclub d'Italia nei  laboratori di archeologia sperimentale  costituiti grazie al  supporto di consulenze scientifiche di esperti di fama internazionale e all'operosità di funzionari della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Abruzzo.